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AVIS COMUNALE ROVIGO, IL DONO SUPERA LA PANDEMIA

Nei due anni di Covid 221 nuovi donatori e nel 2021 +3% di donazioni. L'assemblea dei soci approva i bilanci e il programma di attività.

Il 2021, come il 2020 - ha ricordato il presidente Francesco Chiavilli di Avis comunale di Rovigo sono stati anni fortemente condizionati dalla pandemia e questo ha fatto mancare alle varie attività associative il rapporto umano, che è straordinariamente importante nelle associazioni di volontariato.

Tuttavia, i numeri dell'Avis comunale di Rovigo, grazie alla straordinaria generosità dei donatori rodigini, continuano a essere in crescita. Nel 2021 i soci sono saliti a 1.809 dai precedenti 1.791 nel 2020».

Nella novantina di nuovi iscritti del 2021 c'è parità di genere, dopo che nel 2020 le donne avevano già superato gli uomini con 70 nuove iscritte rispetto ai 62 nuovi donatori.

 

Insieme ai donatori Avis di Rovigo sono aumentate anche le donazioni: da 2.778 nel 2020, a 2.854 tra donazioni di sangue (2.542) e plasma (312) nel 2021. «Avis Rovigo - ha continuato Chiavilli - ha fatto meglio del 2020 e questo è un motivo di grande soddisfazione. Come è motivo di grande orgoglio, per tutti i donatori polesani, aver garantito non solo l'autosufficienza di sangue alla provincia, ma anche aver onorato l'impegno dell'invio settimanale di 50 sacche di emazie a Cagliari, per il trattamento della talassemia».

 

Il presidente dell'Avis comunale di Rovigo, però, non ha nascosto alcune preoccupazioni: «Alle richieste del Centro trasfusionale abbiamo sempre risposto. Tuttavia - ha spiegato - dopo che la pandemia aveva bloccato più volte molte attività ordinarie degli ospedali, in particolare quelle chirurgiche che richiedono l'utilizzo di molte sacche di sangue, ora i segnali che fanno sperare in un graduale superamento dell'emergenza pandemica, e che prospettano un graduale ritorno alla normalità anche negli ospedali, significano una maggiore necessità di sangue. Rovigo e il Polesine restano al vertice a livello regionale per indice di donazione, che a Rovigo tra i donatori attivi è salito nel 2021 a 2,38 da quota 2,34 nel 2020. E così, essendo già a un livello elevato il numero di donazioni per donatore, non abbiamo i numeri per incrementare ulteriormente la nostra capacità di donazione. A meno che non si riesca a iscrivere un grande numero di nuovi donatori, che sono comunque necessari per sostituire chi per motivi di salute, o per altri motivi non sanitari, può essere sospeso o dimesso».

Per fare nuovi iscritti, dunque, sono fondamentali le attività di sensibilizzazione alla donazione del sangue. «Pure nel quadro di grande incertezza della pandemia - ha continuato Chiavilli - non è mai venuto meno l'impegno nell'attività di diffondere la cultura del dono tra la popolazione», e nel 2022, per la promozione del dono del sangue, sono state confermate così le collaborazioni con Aido comunale Rovigo e Gruppo sportivo Duomo, Polisportiva Borsea, Baseball softball club Rovigo, Rugby Rovigo Delta, Drum Galà, Rovigo in Love e Comunità di Sant'Egidio. Novità, invece, potranno nascere dal gemellaggio con l'Avis comunale di Ferrara, dal progetto di collaborazione avviato con il Conservatorio “Venezze” di Rovigo e dall'organizzazione, in collaborazione con Avis provinciale, di banchetti informativi al centro commerciale La Fattoria e di incontri informativi nella sede Amazon a Castelguglielmo per sensibilizzare al dono i dipendenti.

Per informare i soci sulle attività «saranno preferiti gli strumenti digitali, attraverso la pagina Facebook e il sito web: la pandemia ci ha molto condizionato, ma forse ci ha indotto a pensare a nuove forme di informazione».

Pandemia permettendo, il prossimo settembre-ottobre tornerà il tradizionale appuntamento con la Festa dei donatori, che quest'anno raddoppierà, il prossimo maggio, per recuperare le Feste dei donatori saltate nel 2020 e nel 2021 a causa dell'emergenza sanitaria.

Prima della presentazione e dell'approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo, il presidente Chiavilli ha ricordato inoltre che il donatore non termina mai la sua missione, anche quando raggiunge i limiti di età per il pensionamento: «Perché terminato il periodo della donazione attiva - ha detto -, può continuare a essere volontario come socio non donatore: le attività di sensibilizzazione richiedono tanta "manodopera" e quindi il mio invito a ogni socio è di sentirsi pronto a continuare a essere volontario dell'Avis». Un invito che il presidente dell'Avis comunale di Rovigo ha rivolto non solo ai "pensionati", ma a tutte le persone che vogliano dedicare un po' del proprio tempo al volontariato. A cominciare dai più giovani.


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