E' una delle tre porte dell’originaria trecentesca cinta muraria. Collegava la città al quartiere San Bortolomeo. Si trattava di una porta turrita, alta circa 25m, con un affresco raffigurante Ercole che uccide il leone; gravemente lesionata dall’artiglieria veneziana, venne successivamente restaurata, ma con un altezza minore. Un secondo intervento venne realizzato nel 1639 per volere del podestà Vittorio Correr, che fece posizionare sulla torre un orologio con due quadranti, uno verso l’interno e uno verso l’esterno della città (oggi collocato sulla torre dell’orologio in piazza V. Emanuele II); questo rese necessario innalzare la porta creando una seconda merlatura. Nella nicchia, fuori dalla porta verso S. Bartolomeo, era collocata la statuina della Madonna scolpita nel 1639 da Clemente Moli che ora si trova nella sagrestia della Rotonda. Le due lapidi che si trovano sopra il fornice ospitavano le auliche iscrizioni commemorative rispettivamente dei podestà Vittorio Correr, verso S. Bartolomeo, e Alvise Tiepolo, verso la città.
Si tratta dell’unica torre della cinta muraria medioevale superstite. La torre, alta 23 m, aveva una funzione esclusivamente difensiva e pertanto risultava aperta verso l’interno della città. L’interno era suddiviso da soppalchi lignei collegati tra loro con scale a pioli.
Durante il XVIII sec, persa la funzione militare, al suo interno venne realizzato un edificio che chiudeva in parte l’apertura.
Successivamente l’edificio venne abbandonato e rimase in uno stato di degrado fino agli anni’80 del secolo scorso quando, grazie ad un restauro, fu reso di nuovo abitabile.
E' con porta S. Agostino, una delle ultime due porte costruite sulla cinta muraria medievale; la datazione è incerta ma presumibilmente è da collocarsi nella prima metà del ‘500, in concomitanza con la realizzazione del Convento degli Eremitani di S. Agostino della congregazione di Monte Ortone. Originariamente si trattava di una costruzione molto semplice coperta con tetto a due falde. Fu riedificata nel 1713 nella forma attuale, con il caratteristico bugnato e il timpano curvilineo; l’iscrizione sulla trabeazione, Porta Agostina, è stata realizzata durante il restauro del 1983 in sostituzione dell’originaria scritta Porta Divi Augustini, degradata dal tempo.