Il Teatro Sociale venne eretto fra il 1817 ed il 1819, rispecchiando la convinzione dell’epoca che considerava il melodramma come il genere di spettacolo meritevole della massima considerazione.
in foto: veduta interna del Ridotto del Teatro Sociale
in foto: veduta interna del Teatro dal Palcoscenico
foto: © Loris Slaviero ph.
All’epoca della costruzione del Teatro Sociale, in questo genere di spettacolo, Rovigo aveva già una tradizione più che secolare. Il primo documento di un melodramma allestito a Rovigo risale al 1683: lo spettacolo fu ospitato nella sala della Loggia dei Notai, visto che il primo teatro in città venne edificato, per iniziativa di Celio Campagnella, nel 1694 nell'attuale Corso del Popolo di oggi. A dispetto della relativa scarsità di popolazione e della oggettiva scarsità di ricchezza, il melodramma a Rovigo dovette incontrare un notevole favore, se presto in città divennero normali tre stagioni d’opera all’anno, la più importante delle quali si teneva in autunno, in coincidenza con la fiera.
Pochi anni dopo il Campagnella, si inaugurava in città un nuovo teatro. Eretto per volere del conte Marco Antonio Manfredini, su idea del falegname rodigino Bottari, si trovava lungo l’attuale via Mazzini, davanti Palazzo di giustizia. Nel 1788 il “Teatro Manfredini” venne ceduto ai nobili Roncale, ereditandone il nome, che lo rinnovarono e ingrandirono. Dopo oltre un secolo di attività, ormai cadente, venne demolito nel 1851.
Di più modeste dimensioni era il Teatro Zamatteo, realizzato dagli artigiani-artisti Antonio e Michele Zamatteo. Definito, all’epoca, un piccolo capolavoro d’arte, era molto ammirato dagli appassionati di passaggio in città. Il teatrino fu sede di una scuola musicale, usato come sala prove della banda cittadina e, all’occasione, adibito a sala da ballo. Venduto all’avvocato Guglielmo Levi, prese il nome del figlio Dante che lo trasformò in cinematografo. Venne demolito intorno al 1940 per realizzare il cinema Odeon.
In città sorse il Teatro Lavezzo che venne realizzato nel 1852, alle spalle del teatro Sociale, accogliendo spettacoli popolari.
Nel 1816 fu costituita la Società del Teatro che si rivolse all’ingegnere rodigino Sante Baseggio per edificare il nuovo edificio che aprì al pubblico la sera del 3 marzo 1819 con "L'ombra di Fetonte", ossia l'omaggio della riconoscenza rodigina di Campioni.
L'inaugurazione ufficiale si tenne il 26 aprile 1819 con "Adelaide di Borgogna" di Pietro Generali. Dopo l’incendio che lo distrusse nella notte del 21 gennaio 1902, fu elaborato il nuovo progetto interno affidato all’ingegnere padovano Daniele Donghi mantenendo la parte anteriore del precedente stabile.
in foto: veduta esterna del Teatro Sociale di Rovigo © Loris Slaviero ph.
Nella notte tra il 21 e 22 gennaio 1902 un incendio lo distrusse quasi completamente salvandone solo la facciata ed il ridotto. Il Teatro venne ricostruito in due anni. Il progetto, fornito dall’ingegnere padovano Daniele Donghi, mantenne la parte anteriore del precedente edificio, rimasta praticamente indenne, con la bella facciata neoclassica ed il fastoso foyer decorato con gradevoli pitture. Per la sala l’architetto sperimentò, fra i primi, l’uso del cemento armato per una destinazione così particolare; il risultato, dal punto di vista dell’acustica, fu senz’altro felice.
Grazie alla decorazione di Giovanni Vianello, il teatro rodigino fu tra i primi del Veneto ad adottare i canoni dello stile liberty. Il nuovo Teatro fu inaugurato da Pietro Mascagni con "Iris" il 12 ottobre 1904 e rilevato nel 1964 dall'Amministrazione Comunale che lo gestisce attraverso l'Assessorato alla Cultura.
Il Teatro Sociale è teatro lirico di tradizione dal 1967.
Oggi ospita stagioni liriche, di danza, di prosa, concertistica, jazz e numerose iniziative per giovani. ©