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Intelligenza Artificiale (AI) sfida per l’uomo e prospettive per le imprese

ROVIGO • La Camera di Commercio di Venezia Rovigo ha aperto le porte al territorio per confrontarsi

con istituzioni e operatori economici sui temi di maggiore attualità per lo sviluppo locale e globale.

Si è tenuto stamattina, presso la sede camerale di Rovigo, il convegno “Intelligenza Artificiale (AI) sfida per l’uomo e prospettiva per le imprese” organizzato dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo.

Ad aprire il convegno è stato il Presidente della Camera di Commercio Massimo Zanon portando i saluti istituzionali. A seguire sono intervenute importanti figure del mondo universitario e camerale che hanno illustrato ai partecipanti: cos’è l’Intelligenza Artificiale, intervento affidato a Marco Zorzi docente di Intelligenza artificiale e psicologia cognitiva del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli studi di Padova; l’impatto dell’AI nella gestione dell’impresa, intervento affidato a Vladi Finotto docente di Economia e gestione delle imprese del Dipartimento di Management dell’Università Cà Foscari; gli strumenti e le strategie del sistema camerale verso l’AI, intervento effettuato da Paolo Ghezzi Direttore Generale di Infocamere; Soft Skill e AI, intervento effettuato da Anna Comacchio Direttrice del Dipartimento di Management dell’Università Cà Foscari.


Il convegno, al quale sono invitati istituzioni ed operatori economici, ha come obiettivo principale contribuire alla definizione dei contorni dell'Intelligenza Artificiale, una tecnologia destinata a influenzare la vita quotidiana di tutti. In particolare, sono stati affrontati i principali impatti che questa tecnologia avrà sulle imprese. Si è parlato, inoltre, della capacità di elaborare e interpretare i dati generati dai processi aziendali, nonché della possibilità di sviluppare analisi predittive per ottimizzare la struttura e il funzionamento delle aziende stesse. Infine, è stato analizzato anche come l'Intelligenza Artificiale possa contribuire alla riduzione delle inefficienze e di conseguenza aumentare la competitività delle imprese, oltre a promuovere un approccio di mercato basato sui dati.

Inoltre, il convegno ha rappresentato un'opportunità per approfondire e discutere le implicazioni etiche di questa tecnologia, nonché la necessità di stabilire regole che ne definiscano i limiti e le modalità d'uso alla luce del significativo impatto che l'Intelligenza Artificiale avrà sia sulle professioni coinvolte nei processi di cambiamento che sulle decisioni riguardanti la gestione dei dati e le questioni legate alla privacy.

“La tematica non nasce certo oggi – dichiara Massimo Zanon, Presidente della Camera di Commercio di Venezia Rovigo - ma ora è assolutamente necessario occuparcene: come mondo delle imprese ma anche come sistema delle Camere di Commercio. È evidente che ci troviamo davanti a straordinarie opportunità per le scienze applicate e per la tecnologia. Gli effetti sul mondo delle imprese, ma anche su tutti gli aspetti della vita quotidiana, ci costringono ad occuparcene, e subito, perché qualsiasi indugio può essere dannoso: mentre ne stiamo parlando succede già qualcos’altro che ci costringe a rincorrere per aggiornare le nostre conoscenze.”

“Per questi motivi – continua Massimo Zanon - abbiamo ritenuto opportuno realizzare questo momento di informazione rivolto al mondo delle imprese ed anche alla nostra struttura di Camera di Commercio in quanto ente al servizio delle imprese stesse. Non dobbiamo, però, mai dimenticare il ruolo della persona, quella vera, in carne ed ossa. Se Alan Turing riteneva che si potesse raggiungere un'intelligenza artificiale solo seguendo gli schemi del cervello umano è ancora dell’uomo che dobbiamo occuparci.  Si pongono, infatti, dei problemi di etica, di democrazia economica e di democrazia pura e semplice. È, dunque, necessario andare avanti: bisogna utilizzare i processi dell’intelligenza artificiale ed allo stesso tempo governarli o, quanto meno, governarne le finalità.”

 

"L'intelligenza artificiale è una scienza che studia come creare e utilizzare sistemi informatici in grado di svolgere compiti che richiedono capacità cognitive umane, come il riconoscimento di immagini, la comprensione del linguaggio naturale, il ragionamento e l'apprendimento - spiega il Prof. Marco Zorzi - Al centro dell'attenzione c'è attualmente l'intelligenza artificiale generativa, per la sua impressionante capacità di generare nuovi contenuti come testo, immagini, musica, audio e video. Le potenzialità trasformative dell'intelligenza artificiale, che possono migliorare la qualità della vita delle persone e creare nuove opportunità di lavoro e innovazione per le aziende, sono tuttavia accompagnate da sfide e rischi che devono essere affrontati con responsabilità ed etica.”

“Alcuni di questi rischi - continua il Prof. Marco Zorzi - riguardano la privacy e la sicurezza dei dati, la discriminazione, la perdita del lavoro, l'abuso di queste tecnologie per creare disinformazione. Per questo, è fondamentale adottare un approccio centrato sull'uomo (human-centered AI), a cui si ispira anche la proposta di regolamentazione europea (AI Act), che tuteli i diritti fondamentali dei cittadini e garantisca la sicurezza e la trasparenza delle applicazioni di intelligenza artificiale. Il regolamento si basa sulla classificazione dei rischi legati all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nei diversi ambiti di applicazione, prescrivendo una serie di obblighi per applicazioni ad alto rischio che possono incidere sui diritti fondamentali delle persone, come tutte quelle che ricadono negli ambiti della salute, del lavoro, dell'istruzione, dei servizi pubblici e privati essenziali. La prevista approvazione entro la fine del 2023 implica che le aziende dovranno rapidamente adeguarsi alle nuove regole armonizzate."

 

Per Vladi Finotto Docente dell'Università Cà Foscari di Venezia “l’idea che un prompt, una richiesta, a un’intelligenza artificiale consenta di trovare le soluzioni migliori a qualsiasi problema apre scenari interessanti. Può essere che tra qualche anno i modelli di intelligenza artificiale sappiano rispondere alla domanda “quale modello di business mi può dare un vantaggio in questo o quel settore”? Scommetterei sul contrario. I grandi problemi che le aziende avranno di fronte nei prossimi decenni – la sostenibilità, nuovi paradigmi di produzione e di consumo, nuove concezioni del valore –metteranno in gioco forse più di prima la capacità umana di esercitare giudizio: mettere insieme dati, intuizioni e l’expertise che deriva dall’aver vissuto personalmente le logiche di mercati e settori. Alle donne e agli uomini d’azienda sarà richiesto di esercitare, ancora più di prima, la propria capacità di immaginazione nel gestire le imprese. Alle aziende sarà richiesto quindi di dotarsi di nuove culture gestionali che apprezzino e diano il giusto valore al dato e al risultato dell’elaborazione delle macchine.

Di sicuro l’intelligenza artificiale diventerà un importante tassello nella gestione d’impresa vista la complessità dei problemi che ci troveremo ad affrontare nel prossimo futuro, per esempio quelli legati al cambiamento climatico e alle risposte adeguate da dare alle criticità che si porta appresso. Si tratta di immaginare le interazioni tra moltissime decisioni inerenti a processi produttivi, interazioni tra umani e i loro artefatti e l’ambiente, nuovi modelli di consumo: addomesticare questa complessità, renderla processabile per esseri umani dotati di creatività e giudizio sarà il ruolo principale a cui si candida l’IA nel fare strategico delle imprese.”.

 

“La Pubblica amministrazione è la più grande generatrice di dati certificati, cioè con quel valore particolare che è dato dall’ufficialità della fonte, e tuttavia li usa poco e li condivide ancor meno. Al contrario di quanto fanno i grandi player di mercato dell’informazione e dell’economia che raccolgono enormi quantità di dati - peraltro poco o per nulla certificabili - ma sanno come utilizzarli per sviluppare il proprio business” spiega Paolo Ghezzi, Direttore Generale di Infocamere che continua: “InfoCamere è la società del sistema camerale per l’innovazione digitale e, con tutte le Camere di commercio – un’eccellenza nel panorama della Pa - lavora intensamente per dare valore ai dati, creare informazione autorevole e favorire l’interoperabilità degli stessi con quelli di altre Pa.”

“Gestendo il Registro delle imprese – una banca dati di interesse nazionale in cui sono conservate le informazioni su tutte le imprese italiane (oltre 5 milioni) e su tutti i loro amministratori – InfoCamere è uno dei motori dell’informazione economica nel nostro Paese. Grazie alle nuove tecnologie e alla capacità di lettura avanzata di questi dati, contribuiamo a interpretare il sistema economico del Paese, i settori, le categorie economiche e i territori con le loro dinamiche specifiche per fare dell’Italia un Paese sempre più data-driven” conclude Paolo Ghezzi.

 

“Conosciamo bene l’intelligenza come quoziente intellettivo si manifesta attraverso il linguaggio ma anche attraverso le capacità percettive, di ragionamento spaziale, pratico, le capacità motorie, le capacità matematiche, ecc, le cosiddette hard skills che si sviluppano con i percorsi scolastici, universitari e formativi. Oggi, tuttavia, la performance dei lavoratori dipende anche dalle soft skills quali resilienza, capacità di comprendere gli altri, di lavorare assieme, conoscenza delle proprie emozioni e capacità di gestirle. Parliamo di intelligenza emotiva sociale. Queste due intelligenze vanno a braccetto; chi è dotato di entrambe è soddisfatto nel lavoro” spiega la Prof.ssa Anna Comacchio, Direttrice del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari che aggiunge: “Si parla ora anche di intelligenza artificiale: la chiamiamo così in quanto è una tecnologia di apprendimento generale che emula l’intelligenza umana ma non ne ha tutte le caratteristiche, come ad esempio, la consapevolezza di quello che produce. Attenzione a fidarsi troppo, dunque. È una tecnologia molto utile e potente ma dobbiamo stare attenti nel suo impiego.”

“L’Intelligenza Artificiale – continua Comacchio – avrà un forte impatto nelle soft skills. Sta, infatti, prendendo sempre più piede ed entrerà in maniera molto veloce nelle attività amministrative ed in tutte le attività che hanno una componente cognitiva, in particolare nelle professioni. A questo proposito è stato calcolato un indice di esposizione che evidenzia come le attività che hanno una maggiore componente intellettuale siano più esposte rispetto alle attività con prevalente componente fisica. Se da una parte, quindi, l’AI sta aumentando la produttività delle persone, la sua velocità di penetrazione rende necessario prepararsi a regolamentarne l’utilizzo. Ogni ente pubblico, realtà imprenditoriale e professione dovrà individuare delle linee guida per il suo utilizzo in ambito lavorativo e produttivo. Non possiamo abdicare tutta la nostra sensibilità e tutte le nostre soft skills a strumenti quali ChatGPT.”

“L’intelligenza artificiale, inoltre, impatta anche nella gestione del personale, dalla lettura dei cv alle interviste attraverso chat bot o app che interpretano il linguaggio non verbale, durante le selezioni di personale. Se, da una parte, l’utilizzo di queste tecnologie aumenta la produttività del processo di selezione, dall’altra pone il problema della privacy e della trasparenza. Non si può intervistare un candidato via zoom, ad esempio, ed utilizzare poi un’intelligenza artificiale per decodificare il linguaggio del corpo senza avvisare il candidato stesso” spiega la Direttrice del Dipartimento Management di Ca’ Foscari che conclude: “Infine, i dati mostrati ci fanno notare come sia più facile per le generazioni più giovani utilizzare l’Intelligenza artificiale. Ciò rende necessario prevenire, con adeguata formazione, la creazione di un eventuale gap di competenze e di accesso per le generazioni con un’età maggiore.”