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PREMIO TOMEO. A Lendinara il primo appuntamento

LENDINARA • Con la declamazione dei “principi del teatro” da parte del dio delle arti Apollo, il giuramento di rispetto dei valori teatrali ripetuto in coro dal pubblico e l’inno nazionale cantato in piedi, è partita, ieri sera 3 maggio al Ballarin di Lendinara, tutto esaurito, la gara teatrale del quarto Premio Tomeo, l’Oscar del teatro dei ragazzi del Polesine.

A dare il via ufficiale alla competizione, la direttrice artistica Irene Lissandrin, ringraziata da più parti per la diffusione della cultura del teatro ai giovani del territorio provinciale, con vari progetti insieme all’associazione ViviRovigo, rappresentata dal presidente Maurizio Pagliarello. Con lei il sindaco di Lendinara, Luigi Viaro, che ha ricordato il sostegno del Comune “città ospitale” al Premio Tomeo, fin dagli inizi incerti e che l’ospitalità, titolo di cui l’amministrazione va fiera, significa attitudine mentale a coinvolgere la cittadinanza, come è avvenuto con le aperture del Teatro Ballarin, “la terza piazza” dei lendinaresi.


Tanti i ringraziamenti iniziali per i collaboratori ed i sostenitori a vario titolo, a questa manifestazione imponente, che quest’anno coinvolgerà 450 ragazzi e 60 docenti in 19 spettacoli di cui 13 in concorso: in primis lo staff della Cittadella della cultura per logistica e biglietteria, il service luci e suono la cooperativa “La fabbrica dello zucchero”; poi le partnership istituzionali come il circuito regionale multidisciplinare Arteven e la Regione Veneto, rappresentata dalla consigliera alla cultura Laura Cestari: non loghi di facciata, ma vero supporto economico specifico al Premio Tomeo; il patrocinio della Provincia di Rovigo, presente il presidente Enrico Ferrarese, per ricordare che questi progetti “riconciliano col ruolo di amministratori, che è soprattutto, promuovere la vitalità sociale e culturale del territorio”. Enorme la cordata di sostenitori privati. Primo fra tutti il main sponsor Inox tech spa di Lendinara, gruppo coreano leader mondiale nel mercato oil&gas, che da tre edizioni supporta il Premio Tomeo in maniera importante, perché crede nel territorio e nei progetti culturali rivolti specialmente ai ragazzi. Era presente con Silvia Barbierato della direzione amministrativa. In sala, anche Laura Braga della Banca del Veneto centrale, altro storico sostenitore.

Il primo spettacolo a salire sul palco per affrontare il giudizio della giuria e del pubblico in sala (che vota come 11mo giurato), è stato il musical “Sister act”, allestito dalla Scuola media Venezze annessa al Conservatorio di Rovigo, che si è esibita insieme alla formazione orchestrale studentesca di fiati Venezze young wind band & friends. Un’ammirevole compagine di oltre cento ragazzi, tra attori, coristi, ballerini, scenografi, musicisti e maestranze di palco, diretta da Valentina Zordan e Giulia Zen, che hanno anche rielaborato il testo drammaturgico dal celebre film del 1992 “Sister act”, di Emile Ardolino con il premio Oscar Whoopi Goldberg. Lo spettacolo è il risultato di un progetto corale annuale della scuola, che prevede laboratori di recitazione, di danza, di prove orchestrali e di scenografia, curata nello specifico da Alessandro Lombardo. Ma in “una grande famiglia”, come dicono gli insegnanti, c’è anche tutto un contorno comunitario in cui tutti collaborano, il personale scolastico sicuramente, ma anche le famiglie (nonne sugli scudi), per il supporto alla sartoria, agli allestimenti, alla logistica, “alle pizze” e a tutto quello che serve.

La coralità ed il grande affiatamento emerge subito, fin dall’apertura del sipario. Attori e comparse hanno tutti la stessa importanza e si muovono coordinati in un grande meccanismo, dove niente è fermo. Ottime le scene di gruppo. Non a caso, le insegnanti dicono degli allievi che “sono abituati a pensarsi dentro un’orchestra”. E l’orchestra, di 30 elementi, c’è davvero e riempie l’aria di vibrazioni positive, oltre a consentire gli importanti e continui cambi di scena e le coreografie. Un plus valore di questo spettacolo. Davvero apprezzabili le scenografie, che mutano ad ogni scena, con un ottimo lavoro sincrono degli assistenti di palco: la ricostruzione del night Blue moon dove lavora la cantante Deloris Van Cartier, del convento di Santa Caterina dove Deloris si nasconde sotto le vesti di Suor Maria Claretta per sfuggire ai tirapiedi del boss Vince La Rocca, della cattedrale dove si esibisce il coro delle suore, dei locali notturni in cui Deloris fa una sortita per insofferenza alla vita monastica, che sono poi testimoni di numeri acrobatici hip hop, balli Boogie woogie e perfino di un divertente spogliarello di poliziotti in stile Full monty. Simpatici e bravi i cori degli angeli insieme alla coreografia con le ali luminose. Evocative le “suore fluttuanti” della “buona notte”, di bianco vestite e munite di lumino, che disegnano girandole e linee caleidoscopiche. Un buon lavoro, molto articolato, difficile da organizzare, in cui spiccano la componente home made e artistica di balletti, costumi, e scenografie. Ormai iconici i cori delle suore, fedeli all’originale, che esplodono nel brano gospel finale “I will follow Him”.


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