ROVIGO • “Dal sondaggio alle proposte - Analisi dei bisogni dei veneti”. Quasi il 50% dei rodigini ha segnalato il lavoro come problema più sentito.

Il 46,3% dei rodigini ha segnalato il lavoro come problema più sentito, mentre il 27,8%% ha indicato la sanità. Questo risultato, presentato oggi durante il convegno - “Dal sondaggio alle proposte - Analisi dei bisogni dei veneti” - organizzato in piazza Vittorio Emanuele II a Rovigo, è frutto di un sondaggio promosso in tutte le province da Uil Veneto e studiato dal Centro studi CSSE Veneto, che ha sintetizzato i temi più sentiti per territorio, età e genere. Al sondaggio hanno partecipato quasi 17mila persone, esprimendosi su temi sui quali il sindacato può fare valere la propria azione: Ambiente, Casa, Istruzione, Lavoro, Sanità, Sicurezza, Trasporti.

“Abbiamo incontrato la gente – ha dichiarato il segretario generale di Uil Veneto Roberto Toigo - nelle piazze, per strada, nei luoghi di lavoro, tanti giovani al Job Orienta, raccogliendo importanti indicazioni su temi sui quali il sindacato può fare qualcosa di concreto per risolverli. Siamo consapevoli che non possiamo trovare una soluzione al problema delle guerre e della fame nel mondo, ma possiamo fare qualcosa di utile sulla scuola o sulla sanità, ad esempio”.
“Abbiamo raccolto – ha aggiunto Toigo - la voce di tantissimi veneti e in questo caso di trevigiani. Oggi abbiamo una fotografia reale dei bisogni delle persone: dal confronto con le altre parti ci auguriamo possa nascere un percorso comune per dare delle risposte”.
Nel dettaglio a Rovigo hanno partecipato al sondaggio 1.469 persone: 52,2% donne e il 47,4% uomini.
Il tema (o problema) più sentito nella provincia di Rovigo è quello del Lavoro: “il 46,3% di persone lo hanno denunciato per motivi di precarietà, di contrattualità e di stipendi, spesso considerati bassi rispetto alla mansione”, ha detto Toigo. “Va ricordato, inoltre, – ha sottolineato Toigo – che in Veneto solamente una assunzione su dieci è a tempo indeterminato. Facciamoci delle domande!”
Al convegno anche il coordinatore di Uil Veneto Rovigo, Gino Gregnanin, ha espresso il suo punto di vista: “Dal sondaggio della Uil Veneto, la percentuale maggiore evidenziata dalle persone intervistate in tutto il Veneto risulta che in Polesine la preoccupazione maggiore è il lavoro. Un lavoro precario, con tante assunzioni a tempo determinato, con il reddito pro capite più basso del Veneto e tra i più bassi d’Italia. Serve più occupazione di qualità e meno precariato. Ai salari sostanzialmente al palo, insieme alle pensioni, si contrappone un’inflazione che è cresciuta in modo esponenziale, minandone profondamente il potere d’acquisto. Dobbiamo agire sulle leve che aiutino uno sviluppo duraturo, che privilegino una buona occupazione e favoriscano l’insediamento di attività moderne, innovative, di qualità, attraverso una co-programmazione territoriale. E’ necessario aumentare la contrattazione di secondo livello di una parte del nostro tessuto imprenditoriale, composte da oltre il 90% da imprese piccole o piccolissime. La speranza per il futuro arriva anche dalla Zls (Zona Logistica semplificata), che potrebbe contribuire allo sviluppo del territorio, perché se riuscisse ad attirare insediamenti di un certo livello, anche il lavoro potrebbe risentirne positivamente in termini di buona occupazione”.
Il tema della sanità è il secondo problema a Rovigo con il 27,8% di persone che lo hanno segnalato. “Durante le interviste è emerso che le persone soffrono soprattutto del fatto che il proprio medico di famiglia sia introvabile”, ha detto Toigo. “Certo, c’è chi dà l’anima per questo lavoro vivendolo come una missione, ma una gran parte ha evidenziato un problema: è difficile trovarlo al telefono. Prendere appuntamento rimane un’impresa e quando si riesce il medico spesso si comporta come un burocrate. Non visita ma ascolta e poi prescrive farmaci ed esami specialistici che, nel pubblico, a causa del codice di priorità, sarà impossibile eseguire in tempi certi. Viene meno quel ruolo di filtro, che costringe le persone a ricorrere al Pronto soccorso, arrivando ad intasarlo coi cosiddetti codici bianchi. Dato confermato dall’Agenas: il Veneto risulta la regione meno virtuosa, con una percentuale più alta di codici bianchi nei suoi quarantasette Pronto Soccorso: il 54%. Altro problema sentito sulla sanità riguarda le case di riposo, che diventano sempre meno accessibili per gli alti costi delle rette, lasciando tante famiglie in enorme difficoltà. La retta media con impegnativa di residenzialità è aumentata a quasi 2.000 euro al mese (circa 64 euro al giorno) nel 2025, un aumento di 295 euro rispetto al 2024 e di 665 euro rispetto al 2023.
Seguono il tema della Sicurezza e/o Bullismo (12,7%), Istruzione (5,4%), Casa (3,5%), Ambiente (2,7%), Trasporti (1,5%).
Per fasce d’età
A Rovigo il 55,5% degli under 18 pone come tema più sentito quello dell’Istruzione. Per la fascia di età che va dai 18 ai 39 anni il tema più sentito è quello del Lavoro (58,1%). Sempre il Lavoro viene segnalato come problema dalla fascia di età 40-59 anni (59,9%). Mentre è la Sanità il tema più sentito in quella degli over 60 (52,3%).
Un tema su cui, infine, sta lavorando la Uil Veneto è quello della Sicurezza e/o Bullismo. “È un fenomeno – ha detto Toigo - che, se una volta si sentiva ma era circoscritto a pochi casi, oggi sta dilagando mettendo in crisi i nostri ragazzi. Frequentemente i giovani non hanno il coraggio di parlare di bullismo in famiglia, a scuola o con le forze dell’ordine. Non denunciano e, quando lo fanno, spesso è tardi. Così abbiamo preso a cuore questo tema e subito dopo il sondaggio ci siamo adoperati per affrontarlo. Abbiamo creato uno sportello virtuale – inizialmente per Belluno e Treviso e che ora stiamo estendendo in tutta la regione - un punto di ascolto sicuro e accogliente.
Vi si accede via posta elettronica all’indirizzo mail siamoconte@uilveneto.it Se i ragazzi stanno combattendo contro il bullismo e il cyberbullismo, devono sapere che non sono da soli. C’è sempre qualcuno (anche se non sempre lo si vede) pronto ad ascoltarli, a dare una mano e a trovare una via d’uscita. Si tratta di uno spazio di supporto e consulenza senza giudizio, dove i giovani troveranno personale esperto pronto ad ascoltarli in totale sicurezza. Il servizio è gratuito. Deve essere chiaro che il servizio offerto da Uil Veneto non intende in nessun modo sostituirsi alle strutture preposte per legge, alla rete dei servizi sociali. Il referente funge da intermediario, da facilitatore, tra la vittima di bullismo e le istituzioni preposte: scuola, famiglia, servizi sociali, ecc.”.
Al convegno hanno partecipato: Emanuele Ronzoni (Segretario Organizzativo Uil), Valeria Cittadin (Sindaco di Rovigo), Nadja Bala (Assessore al Sociale Comune Rovigo), Pietro Girardi (Direttore Generale Ulss 5).

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