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Applausi finali per il Festival “Le stanze della danza”

ROVIGO • Gran finale con tutti i danzatori schierati, a prendersi un vero bagno di applausi per il Festival “Le stanze della danza”, che ha chiuso i battenti il 28 settembre, nello Spazio Fs del Censer.

Un’altra giornata di performance intense ed emozionanti, di altissimo livello tecnico, ha riscaldato la platea, mettendo in mostra i risultati delle ultime ricerche sui linguaggi della danza, con l’intervento di giovani autori del panorama tersicoreo italiano. Un successo personale per il direttore artistico Claudio Ronda, che da 40 anni è a capo dell’Associazione balletto “Città di Rovigo” – Fabula saltica, che è diventato un centro di residenze artistiche e sviluppo dei progetti dei nuovi coreografi, oltre che di produzioni di danza.

Proprio la coreografia “Creatures of interest” di Antonio Taurino è l’esempio di co-produzione della Fabula saltica con la nuova formazione E-motion. Un pezzo toccante, l’incontro di due creature strane e diverse, che anziché generare conflitto, muove curiosità, sperimentazione, comportamenti a specchio, strette di mano (anche col pubblico nel finale) e culmina in una commovente scena in cui una delle due, con lo stetoscopio, ascolta il proprio cuore e poi quello dell’altra, scoprendo che il battito è proprio identico. L’incontro con l’alieno, non solo crea condivisione e tenerezza (le due lasciano il palco insieme, mentre erano arrivate separate), ma spinge anche verso altro, verso il pubblico nella fattispecie. Un’onda di dolcezza avvolge il Censer e gli applausi scrosciano. 


Nei due giorni di festival, il pezzo sicuramente più applaudito per il ritmo, lo stupore, l’empatia è stato “Lady Up” di AlphaZtl, prima assoluta, andato in replica anche la domenica. Energia schiacciante, autoironia e sfacciataggine connotano questa coreografia complessa di Vito Alfarano, che mette insieme una danzatrice Down come protagonista (nel ruolo di una drag queen), detenuti della Casa circondariale di Brindisi e danzatori professionisti in un vero show della libertà.

 

Nella giornata di domenica, ha “aperto le danze”, è il caso di dire, la coreografia elegante e frizzante “Lebenslauf” della compagnia veneziana Tocnadanza, di e con Roberta De Rosa. Il progetto vuole rappresentare il divario tra la narrazione struttura del sé e sua dimensione esistenziale. Passando dal camminare su un filo invisibile al tracciare balzi e piroette, alle punte e alle aperture, De Rosa traccia diverse sequenze di azione ben delimitate come a dire che l’identità individuale non è un insieme di definizioni, ma un processo in divenire, fatto di emozioni, relazioni e contraddizioni, dove ogni traguardo è solo un elemento di consapevolezza verso nuove possibilità.

 

L’ultima performance del festival, è un progetto del giovane Giovanni Careccia (in pedana con Arianna Cunsolo) sostenuto dalla compagnia milanese Lost movement e dal suo direttore artistico Christian Consalvo. Un pezzo articolato e tecnicamente composito, che richiede notevoli doti atletiche, in cui i due protagonisti restituiscono la complessità di una relazione affettiva che si spezza quando viene meno il contatto, e rimanda gli istanti del passato come tante istantanee appese a un filo. Passi a due, prese e sollevamenti, ma anche assoli dei due protagonisti ormai lontani tra loro, e poi ritorni. Grandi applausi per loro e per questo primo festival “Le stanze della danza” che ha ben esordito e concluso in gloria.


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