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AVIS al CUR. Il sistema europeo di gestione del sangue: profili giuridici

ROVIGO_  Avis apre un nuovo percorso nella sensibilizzazione al dono del sangue con il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara e il Consorzio Università Rovigo (Cur). 

Gli studenti della sede a palazzo Angeli potranno dare un contributo innovativo nel panorama giuridico italiano con ricerche comparative sul dono del sangue nell'Unione europea

Grazie alla collaborazione con Avis comunale e Avis provinciale di Rovigo, il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara ha istituito un premio di studio per gruppi di studenti iscritti al corso di laurea magistrale in Giurisprudenza di Rovigo, che ha sede a palazzo Angeli. 

Premi saranno attribuiti a quelli, fra i 19 candidati, che realizzeranno i migliori lavori di ricerca sul tema "Il sistema europeo di gestione del sangue: profili giuridici".

 

L'obiettivo del progetto è parlare ai giovani, informare e stimolare sui temi del volontariato e della responsabilità sociale, e soprattutto sviluppare una comunicazione mirata sulla cultura della donazione, su come funzionano le donazioni di sangue negli Stati dell'Unione europea e sui diversi aspetti di un gesto che salva la vita.

L'evento a palazzo Angeli coinvolgerà gli studenti di Giurisprudenza e sarà di taglio giuridico e sanitario, anche alla luce della proposta presentata dalla Commissione europea - lo scorso luglio - per la redazione di un nuovo regolamento sulla qualità e gli standard di sicurezza per donatori e riceventi di sangue, cellule e tessuti.

Gli studenti avranno tempo fino al 20 giugno 2023 per preparare i loro elaborati, che saranno poi valutati da un'apposita commissione.

L'appuntamento di presentazione a palazzo Angeli, sede del corso di laurea, ha riunito in aula magna e in videoconferenza alcuni dei massimi esperti nazionali sulle interazioni tra salute e i quadri giuridici internazionale e dell'Unione europea, e poi in materia di bioetica e per quanto riguarda le funzioni di coordinamento e controllo tecnico-scientifico del sistema trasfusionale italiano. Così, la professoressa Stefania Negri (Università di Salerno) e il professor Giacomo Di Federico (Università di Bologna), già coautori nel 2020 del libro "Unione europea e salute. Principi, azioni, diritti e sicurezza", opera preziosa nell'evidenziare il valore aggiunto che l'azione di coordinamento e armonizzazione a livello sovranazionale può avere in termini di prevenzione, accesso alle cure mediche, qualità dei servizi e sicurezza, e poi il direttore generale del Centro nazionale sangue dell'Istituto superiore di Sanità, Vincenzo De Angelis, e il professor Enrico Maestri (Università di Ferrara), hanno delineato per gli studenti di Giurisprudenza a Rovigo l'orizzonte in cui muoversi per realizzare gli obiettivi del progetto. Avranno tempo fino al prossimo 20 giugno per preparare i loro elaborati, che saranno poi valutati da un'apposita commissione.

 

Proprio in questa fase è in discussione in ambito Ue la proposta formulata dalla Commissione europea di redigere un nuovo Regolamento del Parlamento e del Consiglio europei sui parametri di qualità e sicurezza per le sostanze di origine umana - sangue, cellule staminali e tessuti - destinate all'applicazione sugli esseri umani. «La nuova disciplina Ue - ha spiegato la professoressa Negri - sarà elaborata alla luce dei parametri internazionali di sicurezza, che la stessa Ue contribuisce a sviluppare». «Stiamo affrontando tematiche rimaste sotto traccia a livello dell'Unione europea, e che ora stanno emergendo con forza - ha aggiunto il professor Di Federico, ordinario di Diritto dell'Unione europea all'Università di Bologna -. Gli Stati dell'Ue si sono resi conto della necessità di progettare e attuare un sistema di gestione sovranazionale, per condividere risorse e cercare meccanismi di compensazione, utili a migliorare i livelli di sicurezza, qualità e accessibilità delle sostanze di origine umana».

Ogni anno nell'Unione europea si contano 25 milioni di trasfusioni di sangue, oltre 35.000 trapianti di cellule staminali e centinaia di migliaia di trapianti di tessuti sostitutivi (ad esempio per problemi ortopedici, cutanei, cardiaci od oculari).

Che impatto potrà avere il futuro Regolamento dell'Ue in materia? Ha risposto alla domanda il dottor De Angelis: collegato in videoconferenza, ha spiegato che gli effetti riguarderanno l'omogenietà dei livelli di sicurezza e qualità, l'armonizzazione delle prassi di supervisione, le condizioni per agevolare lo sviluppo di terapie innovative e per migliorare la resilienza del settore, attenuando il rischio di carenze e migliorando le risposte del sistema e dei servizi trasfusionali anche alle «minacce infettive: se il Covid-19 fosse stato trasmissibile con il sangue, avremmo avuto problemi enormi».

Un altro tema all'orizzonte dei lavori di ricerca degli studenti di Giurisprudenza a Rovigo, sono i principi della donazione volontaria e gratuita, dell'altruismo del donatore e della solidarietà tra donatore e ricevente. «La solidarietà è una parola carsica: riaffiora nei momenti di crisi, come è accaduto nella pandemia. E il dono attesta che l'umanità non è impregnata solo di egoismo», ha fatto eco a De Angelis il professor Maestri, docente di Teoria generale del diritto e, a Rovigo, di Metodologia e logica giuridica.

Riguardo al quadro normativo, De Angelis ha concluso l'intervento nell'evento coordinato dalla professoressa Cristiana Fioravanti (Università di Ferrara), affermando che la proposta di Regolamento «costringerà le 21 diverse organizzazioni regionali italiane a confrontarsi con regole uniche e dirette ad aumentare la fiducia dei cittadini su un fattore come la donazione di sangue, fondamentale per il sistema sanitario».

Negli interventi precedenti a quelli dei relatori, la direttrice del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Ferrara, Serena Forlati, ha richiamato l'attenzione sul fatto che questa prima occasione di collaborazione con Avis permette agli studenti di affrontare, in modo interdisciplinare, temi che potranno incontrare anche dopo gli studi: «Il lavoro di ricerca potrà essere prodromico a tesi di laurea e va commisurato sia all'arricchimento professionale che personale, considerando le attività richieste dai temi del bando, che ha raccolto 19 candidature tra singoli e gruppi di studenti».

 

Per il presidente dell'Avis comunale di Rovigo, Francesco Chiavilli, questa iniziativa può avviare da Rovigo un percorso a livello nazionale, grazie alla disponibilità e all'eccellenza del Dipartimento di Giurisprudenza: «È una sublimazione dell'impegno della nostra associazione, perché le ricerche comparative dei giovani, che con questo progetto vogliamo avvicinare e sensibilizzare alla cultura del dono, serviranno anche a far crescere Avis».

Secondo la presidente dell'Avis provinciale di Rovigo, Barbara Garbellini, queste sinergie tra volontariato del dono e istituzioni confermano l'impegno associativo a «essere vicini e a operare insieme a chi amministra il bene pubblico, sia dal punto di vista amministrativo sia sanitario, per creare insieme bene comune».

Da Sofia Nicoli, componente del Consiglio di amministrazione del Cur, è arrivato il plauso a un progetto che «è un onore poter sostenere, per il suo valore e perché avvicina l'università al territorio».


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