"I percorsi della Pazzia". La nuova mostra multisensoriale organizzata da I Luoghi dell'Abbandono a Rovigo

[anteprima] Prossima mostra nell'Ex Ospedale Psichiatrico di Rovigo.

Sono quasi 90 in Italia i complessi che hanno ospitato gli ospedali psichiatrici dal 1904 al 1996, luoghi che ad un certo punto sono stati chiusi, ma che tutt’ora occupano uno spazio esteso come una decina di milioni di mq. Luoghi che hanno rinchiuso la follia, ma anche tante storie di uomini e di donne. 

I Percorsi della pazzia

Questi spazi dismessi non sono solo una superficie sui cui edifici crescono piante, ma luoghi che rappresentano un patrimonio di memoria oltre che di natura e di presenza umana. Un patrimonio da mappare, valorizzare e mettere in connessione.

Per questo motivo, a quarant’anni dalla legge che ha sancito la chiusura dei manicomi, l’associazione “I luoghi dell’abbandono”, da anni impegnata nella valorizzazione degli ex ospedali psichiatrici attraverso iniziative culturali,  ha organizzato “I PERCORSI DELLA PAZZIA”.


La mostra multisensoriale è prevista al 20 aprile, con attori e figuranti

La Regia di Devis Vezzaro ed Erika Vendramin vuole immergere il pubblico trasportandolo nel tempo passato, vivendo anche solo il tempo della visita, per meglio recepire la condizione degli ospitati.

La presenza di attori recitanti, coinvolti nella narrazione, e figuranti, nelle vesti di degenti, sarà emozionante e toccante. All'interno del padiglione luogo della mostra, sono stati trovati e conservati oggetti e indumenti propri dei pazienti e attrezzature di lavoro che saranno visibili alla mostra da non perdere.

Un percorso immersivo V.M di 18 anni, dove si potrà capire lo stato delicato dell'essere umano qui rinchiuso, e dove allo stesso tempo e modo si rifletterà sulla vita. Una mostra multisensoriale per cercare la storia di questi luoghi, fare il punto che determinerà l'attenzione sul riuso di quegli spazi, sulle politiche di salute mentale intraprese e in corso, sulla riconversione di parchi e giardini, sull’economia sociale che si è eventualmente sviluppata.

Un punto di partenza che vuole essere anche un progetto lancio per un Museo della Pazzia. Un valore territoriale unico a cui dare vita e risposte.

Le domande sono tante. Che ne è stato di quei luoghi dopo la deistituzionalizzazione? Sono riusciti a riqualificarsi sconfiggendo l’immagine di degrado che rimandava allo stigma o sono rimasti vittime di regole inibitive e dell’inerzia amministrativa? Che posti sono diventati? Luoghi che valorizzando le differenze e opponendosi all’omologazione parlano della rivoluzione avviata negli ultimi quarant’anni o luoghi riconvertiti in maniera funzionale ma anonima? Luoghi in cui nessuno riconosce i matti ma neanche li disconosce, in cui il diverso non lo distingui ma nemmeno lo respingi? Posti nella norma o posti che continuano a parlare di una distanza, di uno scarto rispetto alla mediocrità della normalità? Posti di cui si dice “qui c’erano i matti” o posti che ti spingono ad interrogarti sul processo di trasformazione che hanno ospitato? Luoghi in cui è ancora possibile disegnare la trasgressione o luoghi in cui le leggi vengono interpretate in maniera restrittiva e non evolutiva?

 

Un invito a "GUARDIAMO OLTRE QUEI CANCELLI"

 

Info:

www.iluoghidellabbandono.com

[ redazione | Rovigoinfocittà]

editing: © Slaviero Loris