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Il Polesine ha finalmente un vino ambasciatore del territorio, è il Vangadicia961

ROVIGO • Il Polesine ha finalmente un vino ambasciatore del territorio, è il Vangadicia961.

Grazie a un progetto portato avanti dalla Comunità del Cibo e della Biodiversità “Terra della Badia” il vitigno autoctono polesano Mattarella, vinificato in purezza sia in versione ferma che frizzante, diventa protagonista di questa iniziativa. All'evento Wine & Blues di Corte Carezzabella è stato presentato il prodotto e il progetto.

Si tratta di un’antica varietà locale, diffusa principalmente nell’alto polesine e legata alla storia dell’Abbazia della Vangadizza, da qui la scelta del nome Vangadicia961. Un vitigno che dal 2021 è iscritto nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite del Ministero dell’Agricoltura come uva autoctona del Polesine, questo grazie al lavoro di un piccolo gruppo di vignaioli che nel corso del tempo ha custodito i pochi filari ancora rimasti.

 

Sabato 29 giugno, per l’appuntamento annuale “Wine & Blues” organizzato da Corte Carezzabella, è stata proposta una degustazione dedicata alla storia del vino in Polesine. Un pubblico di appassionati ed esperti ha seguito l’evento in cui sono intervenuti il Coordinatore della Comunità del Cibo e della Biodiversità “Terra della Badia” Luigi Zoppellaro, il produttore Vittorio Comini dell’Azienda Agricola Comini Vittorio di Giacciano con Baruchella, l’enologo Francesco Mazzetto, il Delegato di AIS Rovigo Giovanni Geremia e il Miglior Sommelier AIS del Veneto 2022 Michele Manca.

A moderare l’incontro Emanuela Pregnolato che ha coinvolto i partecipanti in questo racconto accompagnato dall’assaggio di quattro vini: il Brillo Sur Lie di Carezzabella Winery, il Vangadicia961 Bianco Fermo della cantina Succi, il Vangadicia 961 in versione Sur Lie e Metodo Martinotti dell’Azienda Agricola Comini Vittorio, serviti in sala dai Sommelier di AIS delegazione di Rovigo.

Il Vangadicia961, apprezzato dal pubblico in sala in tutte le differenti versioni, offre una nuova veste moderna alla Mattarella grazie alla sua piacevolezza di beva, connotata da doti di freschezza e squisita aromaticità. Un vino perfetto per accompagnare la cucina del territorio, in particolare quella del nostro litorale. 

Vitigni Autoctoni del Polesine

Il vino Mattarella è un vino bianco caratterizzato da note fruttate molto fresche quali frutti a pasta bianca, pesca, mela verde, pera William e soprattutto albicocca fresca. Al palato si presenta snello, vivace con acidità malica ben percepibile e di buona persistenza. Si presta molto bene alla rifermentazione grazie ad un tenore acidico ed una

buona sapidità tali da ottenere uno spumante molto fruttato, fresco e giovanile, capace di ricordare la frutta tropicale ma soprattutto mela verde ed albicocca.

 

Riferimenti storici

Viene citato tra i vitigni coltivati principalmente nella provincia di Rovigo, in vari documenti storici. Nella seconda metà del 1800 viene elencata tra “le uve di buona qualità” coltivate nel Polesine, in particolare nei comuni di Salvaterra, Canda, Crocetta e Villabona (Sette, 1843), e segnalata in 20 comuni della provincia di Rovigo (Rubini, 1884). Nel Giornale vinicolo italiano del 1890 sono riportati i prezzi delle sue uve al mercato di Montagnana.

Agli inizi del 1900 viene segnalata tra i vitigni bianchi del Polesine “pochissimo coltivati e che meriterebbero una assai maggior considerazione, anche per questione di opportunità commerciale” e ne viene consigliato l’uso insieme a “Uva d’oro”, “Corbina” e “Raboso” per ottenere “un vinetto di buon gusto, sapido, colorito, abbastanza alcoolico e conservabilissimo, il vero tipo del vino da pasto” (Volpe, 1908), ed è ricordata tra “i vitigni nostri che avevano una onorata storia” (Petrobelli, 1913).

La Comunità del Cibo "Terra della Badia"

Le Comunità del Cibo e della Biodiversità di interesse agricolo e alimentare sono state istituite con legge nazionale n. 194 del 2015, la cosiddetta “legge sulla biodiversità” e costituiscono con i Distretti del Cibo i due “corpi intermedi” fra settore pubblico e privato nel comparto food. 

La legge 194 definisce le attività delle Comunità del Cibo: 

a) lo studio, il recupero e la trasmissione di conoscenze sulle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali; 

b) la realizzazione di forme di filiera corta, di vendita diretta, di scambio e di acquisto di prodotti agricoli e alimentari nell’ambito di circuiti locali: 

c) lo studio e la diffusione di pratiche proprie dell’agficoltura biologica e di altri sistemi colturali a basso impatto ambientale e volti al risparmio idrico, alla minore emissione di anidride carbonica, alla maggiore fertilità dei suoli e al minore utilizzo di imballaggi per la distribuzione e per la vendita dei prodotti; 

d) lo studio, il recupero e la trasmissione dei saperi tradizionali relativi alle colture agrarie, alla naturale selezione delle sementi per fare fronte ai mutamenti climatici e alla corretta alimentazione; 

e) la realizzazione di orti didattici, sociali, urbani e collettivi, quali strumenti di valorizzazione delle varietà locali, educazione all'ambiente e alle pratiche agricole, aggregazione sociale, riqualificazione delle aree dismesse o degradate e dei terreni agricoli inutilizzati.

 

Il 29 febbraio 2024 è stata costituita la Comunità del Cibo del Polesine “Terra della Badia” con sede presso : Biblioteca di Lendinara, Via GB Conti 30. 

I soci attuali sono, oltre ad imprenditori agricoli ed agriturismi, le tre organizzazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura), l’Istituto Munerati di Rovigo, l'Istituto Cipriani di Adria, l'Istituto secondario di Lendinara-Lusia, l’Università di Padova-Dipartimento, DAFNAE, Il Monastero del Pilastrello di Lendinara, i Comuni di Lendinara, Badia Polesine, Occhiobello, l'Accademia del Pane di Adria, La Venerabile Confraternita della polenta 1554 di Badia, i Produttori Sementi Polesani di Corbola, il Sodalizio Vangadiciense ed altri.


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