ROVIGO • Non chiamatela gita scolastica, la scuola in cammino è un esempio pratico di outdoor education e a sperimentarla nelle settimane scorse sono state la 2G e la 2H dell’Itis “Viola-Marchesini”.

Gli studenti sono scesi alla stazione di Terme Euganee con lo zaino in spalla e le scarpe da trekking ai piedi, hanno attraversato la ciclabile che porta a Torreglia e da qui hanno cominciato a salire. Circa 15 chilometri, 500 metri di dislivello al giorno, per tre successivi. Hanno toccato la cima del monte Rua, scollinato sul Venda per raggiungere i ruderi dell’antico Monastero degli Olivetani, attraversato tutto il sentiero Lorenzoni tra i boschi più suggestivi dei Colli Euganei su cui è possibile incontrare le tracce di un antico Roccolo, dei Carbonai e dalle cui vette è possibile ammirare un paesaggio unico. Ad accompagnarli c’erano i loro professori Micol Andreasi, Sandro Borile e Alessia Prearo e con loro la guida ambientale escursionistica associata Aiga, Giulia Ghezzi.

“Si tratta – spiega la docente responsabile del progetto Micol Andreasi - di una modalità diversa di vivere la scuola e la didattica, fatta di una gran dose di impegno e fatica, di capacità di rispettare le regole, adattarsi alle situazioni, di sostegno reciproco nella difficoltà, di abilità nel mettere costantemente a fuoco ciò che è prioritario ed essenziale, di esperienza di ascolto e soprattutto conoscenza di se stessi”. Nella scuola in cammino, così come l’hanno ideata i docenti del Viola-Marchesini il saper essere di ogni partecipante è il principale obiettivo di competenza e ci si arriva attraverso l’esperienza del cammino, la conoscenza approfondita dell’ambiente circostante e lo stimolo didattico offerto da discipline come la Letteratura italiana, il Diritto, le Scienze, la Lingua inglese, l’Educazione Civica. “Prima di essere un’esperienza di tre giorni in esterna – continua Andreasi – la scuola in cammino è stata un progetto condiviso tra docenti che hanno immaginato un percorso didattico pertinente alla loro programmazione , preparando lezioni da svolgere fuori dalle aule scolastiche, in contesti ambientali e paesaggistici suggestivi. Si chiama outdoor- education e in Italia come nel resto d’Europa oggi vanta un’ampia letteratura”.

Gli studenti ed i loro insegnanti si sono spostati tra le colline con la guida ambientale escursionistica, Giulia Ghezzi, che ha coinvolto i ragazzi raccontando i luoghi in lingua inglese. Il punto d’appoggio per la notte è stato l’Ostello di Casa Marina sul Venda: un luogo accogliente, attrezzato per esperienze formative e panoramico, gestito dalla Cooperativa Idee Verdi. A rendere speciale l’attività è stato anche il coinvolgimento di agenzie educative esterne alla scuola come la Società Calcistica del Duomo che, condividendo un pezzetto di percorso sul Venda , con il coach e imprenditore Paolo Monini, ha accompagnato i ragazzi a riflettere sui propri talenti, sui sogni, sulle vocazioni e sull’impegno utile per realizzarli.
“La presenza di Monini ad un progetto della scuola – puntualizza Andreasi – è stata per i ragazzi particolarmente significativa. Ha mostrato loro ed alle loro famiglie cosa significa farsi comunità educante”.
Davanti ad un fuoco da campo in un cerchio serale, i giovani studenti del Viola-Marchesini, a fine esperienza, hanno raccolto e condiviso le tante emozioni della loro Scuola in cammino.

LE TESTIMONIANZE DEI RAGAZZI
“Un’esperienza indimenticabile – afferma Andrea della 2G – in cui per la prima volta in due anni mi sono sentito parte di un gruppo. E confesso – aggiunge – a cielo aperto persino l’analisi di un testo poetico diventa interessante”. “Ero scettico - risponde Alex della 2H – le gite si devono in luoghi lontani. Mi sono dovuto ricredere. Questa esperienza è molto più di una gita o un’uscita didattica. E’ un’esperienza che mi ha reso protagonista insieme ai miei compagni, mi ha fatto conoscere luoghi e storie affascinanti e di leggere con occhi nuovi la poesia che parla di natura. Quando la sai ascoltare – conclude - la natura suona davvero come un verso poetico”. “Quello che ho amato di più di questi giorni insieme – racconta Andrea della 2H – è che ho potuto guardarmi dentro come non faccio mai. Mi sono misurato. Ho ascoltato. Mi sento grato”. “Convivere con i compagni non è mica cosa scontata – puntualizza Antonio della 2G – è stato bellissimo. Quello che mi porto a casa è soprattutto la gioia del fare insieme. Questa parte di terra veneta, con le sue storie mi ha acceso di curiosità e guardandomi intorno tra gli alberi secolari mi sono convinto che abbia davvero ragione Stefano Mancuso nell’affermare che le piante sono esseri intelligenti e che da loro dovremmo imparare”. “Ho ascoltato per giorni la guida Giulia che parlava in inglese – afferma Nicola della 2H – mi sono sperimentato e posso dire che mi è piaciuto usare questa lingua tra noi”. “E’ stata un’esperienza faticosa – conclude Felipe della 2G – ma sono felice. Sarebbe stupendo che la scuola, tutta la scuola offrisse agli studenti più occasioni come questa. Imparare diventa più semplice e, sembra strano detto da me, è anche possibile appassionarsi a qualcosa e scoprire il desiderio di saperne di più”. “E’ stato purificante – commenta sintetico Shon della 2G – ne avevo bisogno”. “Mi sento di ringraziare il nostro mister Paolo Monini – aggiunge Santiago della 2G – che ha lasciato gli affari a Rovigo e ci ha raggiunto e con i nostri prof e con la guida ci ha invitati a guardarci dentro e a non cedere alle aspettative della gente o alla pressione della massa”.
IL PRESIDE FRANCESCO LAZZARINI
Credo molto nel progetto “Scuola in cammino”, un esempio riuscito di Outdoor Education su cui da tempo alcuni docenti del Viola-Marchesini si stanno formando. Infatti non è sufficiente uscire dall’aula. Servono: interdisciplinarietà, attivazione di relazioni interpersonali; vale a dire che la dimensione cognitiva, fisica, affettiva e relazione del soggetto devono essere interamente coinvolte e attivate in modo diretto e concreto. Confido davvero che esperienze come questa possano diventare prassi consolidate all’interno dei percorsi scolastici del mio istituto, ma anche di tutte le altre scuole. Credo che ai nostri ragazzi, più di tutto, serva davvero l’esperienza dello stupore di fronte a ciò che ci appartiene. E’ esperienza che più di ogni altra sa farsi scintilla capace di accendere i l fuoco dell’amore per la conoscenza.

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