FRATTA POLESINE • BATTERI FECALI ENTRO I LIMITI MA ATTENZIONE AGLI PFAS: LA SALUTE DEL PO FOTOGRAFATA DA LEGAMBIENTE VENETO
Presentati a Fratta Polesine i primi risultati dei campionamenti condotti con Arpav tra Po e Canalbianco con la campagna “Operazione fiumi”.

È ufficialmente partita la quinta edizione della campagna itinerante “Operazione fiumi - Esplorare per custodire”, realizzata con il supporto tecnico di ARPAV, il contributo di COOP Alleanza 3.0 e BCC Veneta Credito Cooperativo e con il patrocinio delle Autorità Distrettuali di Bacino del fiume Po e delle Alpi Orientali, e i primi risultati cominciano ad arrivare. La prima di otto tappe di restituzione dello stato di salute dei fiumi veneti riguarda Po e Canalbianco, monitorati il primo in sei e il secondo in due punti.
I livelli di escherichia coli (batteri fecali) risultano sostanzialmente invariati ma entro i limiti, mentre preoccupa la presenza di Pfas (uno degli inquinanti più pericolosi) rilevata da Arpav. Agli inquinanti inoltre si aggiunge un’elevata presenza di rifiuti galleggianti.

La restituzione dei dati di “Operazione fiumi” non può che iniziare dal Po, il fiume più grande del nostro Paese, e dal Polesine, una terra plasmata dall'acqua, che ha visto il suo sviluppo, la sua cultura e la sua economia profondamente influenzati dai fiumi. Non a caso è sorta la collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Fratta e la Direzione Regionale Musei Nazionali Veneto: in un'epoca in cui l'acqua torna a essere una risorsa critica, il Polesine può offrire un esempio concreto di come le comunità possano adattarsi e vivere in un ambiente dominato dall'acqua.
In base ai primi risultati dei dati raccolti da Legambiente Veneto in tutti i punti monitorati sul fiume Po (da Bergantino a Porto Tolle) e sul Canalbianco (ad Adria e Loreo), considerato il solo parametro di escherichia coli, risultano entro i limiti. I batteri fecali sono un parametro ricercato per verificare il livello di depurazione delle acque e la presenza di eventuali picchi di inquinamento dovuti a scarichi non autorizzati o sversamenti illegali. Gli otto punti monitorati sono diversi rispetto a quelli di Arpav, poiché quello di “Operazione fiumi” è un lavoro complementare rispetto a quello di Arpav: la fotografia scattata da Legambiente infatti non sostituisce i monitoraggi ufficiali ma si affianca alle indagini dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente che monitora con continuità i corsi d’acqua restituendo ogni anno un quadro completo dello stato di salute dei bacini idrografici della regione.

Se dunque la qualità microbiologica resta dunque nella norma, confermando buone performance per quanto riguarda la depurazione (almeno nel tratto veneto del Po), anche grazie alla sua dimensione, permangono d’altro canto le preoccupazioni sullo stato chimico: i dati relativi ai pfas e glifosate sui campioni raccolti da Legambiente saranno disponibili a fine anno, ma i dati raccolti da Arpav lungo il 2024 nelle 11 stazioni per il monitoraggio raccontano chiaramente di un fiume in difficoltà: in tutti i corpi idrici monitorati inerenti al fiume Po e i diversi tratti del Delta del Po, lo stato chimico risulta penalizzato dalla presenza di concentrazioni medie di Pfos superiori ai limiti di legge. Campanello d'allarme anche sul fronte erbicidi, con i superamenti dei valori medi annui previsti dalla normativa per due prodotti di degradazione del Glifosate e del Metolachlor, erbicidi evidentemente ancora utilizzati in agricoltura, nonostante la loro elevata e conclamata pericolosità. Come evidenzia la vicepresidente di Legambiente Veneto, Giulia Bacchiega, anche portavoce della campagna “Operazione fiumi”, “Pfas sono inquinanti invisibili e particolarmente dannosi alla cui presenza non dovremmo mai abituarci, nemmeno nella nostra regione che ha visto una contaminazione delle acque di falda e superficiali molto vasta nelle province di Vicenza, Verona e Padova. Le origini di questi inquinanti sono ben precise e su queste le autorità preposte dovrebbero vigilare con grande attenzione. Da quanto emerge dalla scheda redatta da Arpav nel 2024, le contaminazioni del fiume Po e dei corsi d’acqua del Delta del Po sono probabilmente di origine esterna alla Regione del Veneto. Per questo motivo chiediamo un impegno maggiore sul tema anche alle altre quattro regioni attraversate dal fiume, nonché un tavolo di coordinamento tra regioni e autorità distrettuale, da creare o implementare su questa vertenza alquanto preoccupante sul fronte della tutela della salute della cittadinanza”.
Infine, desta ulteriore preoccupazione il dato emerso dai monitoraggi sulla quantità di rifiuti galleggianti in alveo e lungo le sponde, riscontrati in ben 7 su 8 punti di campionamento (dunque non solo sul Po ma anche sul Canalbianco). Da sempre Legambiente si occupa del tema del monitoraggio e della raccolta dei rifiuti, in particolare con le campagne “Puliamo il mondo”, “Spiagge pulite fondali puliti”, nonché partecipando a iniziative territoriali come “Po Salvamare” promosso dall'Autorità di Bacino Distrettuale del Po, che ha visto impegnata l’associazione proprio un mese fa con un beach litter a Galba sul Po e a Fratta sul Canalbianco. Su questo tema si è espressa Caterina Nale, presidente del circolo Legambiente Rovigo: “I rifiuti sono davvero troppi. Solo un mese fa abbiamo raccolto proprio qui a Fratta 1180 kg di rifiuti di vario genere, non solo plastica ma anche ingombranti, pneumatici e materiali edili. Segno di una mancata o ancora insufficiente educazione ambientale della cittadinanza, ma non solo: proprio per questo chiediamo alle istituzioni preposte di agire sull’educazione, oltre che di adottare strumenti per la gestione e il controllo degli abbandoni per tutelare la salute e l'ecosistema fluviale”.
Così Fabio Strazzabosco, direttore dipartimento regionale qualità dell’ambiente di Arpav: “Si conferma anche quest’anno la proficua collaborazione fra Legambiente e Arpav, e siamo particolarmente felici che questa collaborazione rimanga costante e in ottima sintonia. In tutti questi anni abbiamo registrato una sempre crescente attività e soprattutto, come elemento di rilievo, il fatto che Legambiente usi il nostro laboratorio dà assoluta certezza alla qualità del dato rilevato”.
Il commento di Fernanda Moroni, Dirigente di settore Autorità distrettuale del fiume Po: “Nell'ambito dell'evento anche un focus mirato da parte di Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (ADBPO) sul progetto PoSalvaMare che sostiene e rafforza la recente Legge Salvamare e rappresenta un contributo alla lotta contro l’inquinamento da plastica nei fiumi italiani, grazie ad azioni di: raccolta, prevenzione, informazione e coinvolgimento della comunità̀, contando sulla collaborazione tra istituzioni, associazioni , cittadini per contrastare in modo particolare l’abbandono dei rifiuti, anche plastici, lungo i nostri fiumi a cura di Legambiente e Plastic Free, con il supporto di AIPO e Infrastrutture Venete. PoSalvaMare si prefigge, quindi, l’obiettivo di migliorare la qualità delle acque del bacino del Po e del Canalbianco, migliorando la conoscenza sulle quantità dei rifiuti plastici verso l’Adriatico. Per questo sono previste altre due linee d’intervento: la mappatura con satelliti e droni e monitoraggio con smart camera, da parte dell’Università di Padova, per individuare le aree di principale accumulo di plastic litter e l’installazione di barriere galleggianti per trattenere i rifiuti plastici galleggianti da parte del Consorzio Est Ticino Villoresi. Un’altra linea di intervento include strumenti per la comunicazione tra stakeholder ed una piattaforma educativa per le scuole primarie e secondarie di primo grado, realizzati dalla società ACHAB Srl”.
“È con vero piacere che Bcc Veneta partecipa a questa quinta edizione della campagna Operazione Fiumi - Esplorare per Custodire voluta da Legambiente per promuovere, la campagna di sensibilizzazione sullo stato di salute dei principali fiumi del Veneto” – dichiara il consigliere di Bcc Veneta, Nicoletta Merlin – “ed essere presenti agli otto appuntamenti programmati lungo in nostri fiumi con incontri, passeggiate, escursioni e visite guidate, dimostra la nostra attenzione e il nostro impegno per chi si impegna per la salvaguardia e per la tutela della salute ambientale nei luoghi dove noi tutti viviamo”.
Così Paolo Braghin, Presidente della zona soci Coop di Rovigo: “Siamo orgogliosi di partecipare anche quest’anno a Operazione Fiumi, un’iniziativa che rappresenta un esempio concreto di cittadinanza attiva e tutela ambientale. I 20.000 soci e clienti dei nostri negozi del polesine condividono l’impegno per la salvaguardia del territorio e la promozione di pratiche sostenibili. La salute dei nostri fiumi riguarda tutti noi, ed è con spirito di responsabilità che Coop Alleanza 3.0 sostiene progetti come questo, capaci di generare consapevolezza e attivare la comunità verso un futuro più rispettoso dell’ambiente”.

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