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Le Favette dei Morti, i dolcetti della tradizione

Come vuole la tradizione, ogni anno, in occasione del giorno in cui vengono commemorati i defunti (il 2 novembre) in Veneto e soprattutto nel vicino veneziano ma anche in Polesine è usanza preparare le ‘fave dei morti’.

Sono dei gustosi dolcetti, piccoli come una noce, che si presentano in tre colori differenti: bianco, rosa e marrone.

foto e testo da: © Veneto Inside

Ma perché si chiamano così?

E’ necessario fare un bel salto indietro nel tempo, all’epoca degli antichi romani, per capire l’etimologia della parola: in passato in tutta l’area mediterranea, le fave erano il legume collegato all’aldilà e ai defunti. Infatti, nell’antica Roma, le fave simboleggiavano le anime dei morti e per questo motivo, venivano praticati numerosi rituali scaramantici usando questo particolare legume, come la sua donazione alle divinità dell’Ade e sulla tomba del defunto, la masticazione delle fave secche o la loro cottura. Anche con l’avvento del Cristianesimo, il legame tra le fave e i morti non venne dimenticato tanto che, fino ai tempi più recenti, era usanza mettere sul davanzale e sugli angoli delle strade ciotole colme di fave.

il boom dei dolci dei morti da donare a parenti e amici comprati in pasticceria o fatti in casa con antiche ricette dei nostri nonni, per allietare le nuove occasioni di festa legate a tradizioni importate di recente come quelle di Halloween, è una sana consuetudine e un dolce piacevole rito legato a “dolcetto o scherzetto”.