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Speciale Mostre. Kandinskij + 2. Paghi 1 e prendi 3

Rovigo. Con il biglietto della grande mostra rodigina consente di accedere gratuitamente al Museo Pinacoteca di Palazzo Roverella e alla mostra su Miani al Roncale.

Paghi 1, prendi 3.  Non è lo slogan di qualche catena o centro commerciale in vena di promozioni, ma è la realtà che Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo propone a tutti i visitatori della grande monografica su Kandinskij che si può ammirare in Palazzo Roverella sino al 6 giugno prossimo.

Con il biglietto di Kandinskij, il cui costo è già di per sé contenuto rispetto a quelli correnti nelle grandi esposizioni nazionali, il visitatore può estendere la sua visita all’intero Museo-Pinacoteca allestito in Palazzo Roverella.

E, a partire dal prossimo 12 marzo, anche alla mostra parallela su “Giovanni Miani. Il Leone Bianco del Nilo”, proposta dalla medesima Fondazione in Palazzo Roncale.

 

Da sottolineare che, proprio in concomitanza con la mostra su Kandinskij, l’allestimento delle sezioni museali permanenti di Palazzo Roverella è stato rinnovato. Sono rimaste al loro posto le opere della straordinaria collezione d’arte dell’Accademia dei Concordi e della Pinacoteca del Seminario Vescovile qui da tempo confluite. E che offrono l’opportunità di ammirare capolavori di Bellini, Palma il giovane, Tiepolo, Dosso Dossi e Battista Dossi, Pittoni, Nogari, Alessandro Longhi, tra i molti altri.  Così è come da ammirare la notevole sezione riservata all’archeologia venetica e romana.

 

La novità è rappresentata invece dall’esposizione di una delle opere più stupefacenti dell’intera, ricca collezione museale del Roverella: il meraviglioso diorama “Il Panorama di Venezia”, spettacolare veduta di San Marco realizzata da Giovanni Biasin in occasione dell’Esposizione Universale di Venezia del 1887. Di proprietà dell’Accademia dei Concordi e del Comune di Rovigo, il dipinto su carta si estende su 22 metri di lunghezza e 1,75 di altezza e rappresenta il bacino di San Marco, colto dall’artista da una barca ormeggiata al largo. Ispirato alle imponenti vedute panoramiche che andavano di moda all’epoca, come ad esempio, il Pantoteama di Carlo Dall’Ara esposto nel Ridotto nel 1883, che contiene 16 vedute di Venezia in rilievo illuminate di giorno e di notte. Un’altra fonte di ispirazione furono certamente i grandi panorami che l’artista ebbe l’occasione di vedere di persona nei suoi viaggi a Parigi e in altre città d’Europa, specie in occasione di Esposizioni cui ebbe l’opportunità di partecipare con i suoi elaborati (dipinti o carte da parati).

Questa fragilissima, grandiosa visione è stata sottoposta ad un delicato intervento di restauro  sostenuto dai soci e dai consumatori di Coop Alleanza 3.0, che lo hanno scelto come opera da salvare nell’ambito del concorso “Opera tua”. Dopodiché è stato esposto al pubblico nella mostra “Venezia Panoramica. La scoperta dell’orizzonte infinito”, curata da Giandomenico Romanelli e Pascaline Vatin, promossa a Venezia dalla Fondazione Querini Stampalia. E finalmente ha trovato definitiva sede al Roverella.

Non è dato sapere a chi poi appartenne il Diorama “Panorama di Venezia” e quale uso se ne fece; di certo fu donato all’Accademia dei Concordi, probabilmente dallo stesso Biasin, che, veneziano d’origine, si trasferì a Rovigo nel 1863 chiamato dal nobile Gobbati per dipingere in stile liberty il suo palazzo. A Rovigo ottenne una buona fama come pittore e decoratore e, a partire dal 1889, ricevette innumerevoli incarichi, tra cui la decorazione del Teatro Sociale. Ed è a Rovigo che si spense nel 1912.

 

Uscito dal Roverella, il visitatore si trova di fronte a Palazzo Roncale, elegantissimo edificio rinascimentale della medesima Fondazione, oggi sede espositiva e di conferenze. Qui, dal 12 marzo al 6 giugno, giornata conclusiva della mostra su Kandinskij, il visitatore può conoscere, con ingresso gratuito, “Giovanni Miani, il Leone Bianco del Nilo”.

Il rodigino Giovanni Miani (1810-1872) dedicò la vita alla scoperta delle sorgenti del Nilo. La sua fu una vicenda da romanzo d’appendice o da film, un Indiana Jones dell’Ottocento. Fu, senza successo, musicista e patriota. Trovò rifugio a Costantinopoli e poi in Egitto, inseguendo ovunque sogni, chimere e rivalse, sino ai diversi tentativi di scoprire le sorgenti del Grande Fiume. A centocinquant’anni dalla morte, questo è il racconto delle vicende di una personalità irrequieta e fuori dagli schemi, ma anche delle imprese di un esploratore-reporter che, in un’epoca di colonialismo brutale, seppe denunciare le ingiustizie che via via andava scoprendo, riscuotendo il rispetto e l’ammirazione delle tribù locali per il suo coraggio e la sua generosità. Per loro era diventato “il Leone bianco del Nilo”.


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