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La Cassazione dice si alle cause climatiche anche grazie ai polesani

ROVIGO •  Greenpeace e ReCommon hanno presentato ricorso, con l'ausilio dell'avvocato rodigino Matteo Ceruti, alla Corte di Cassazione nell'ambito della "Giusta Causa" contro ENI, MEF e Cassa Depositi e prestiti.

“La Giusta Causa “ è un'azione legale promossa con il supporto di un pool di legali tra i cui il succitato Matteo Ceruti e un altro rodigino, Marco Casellato, da Greenpeace e ReCommon assieme a 12 cittadini, tra i quali quattro polesani ( Patrizia Bartelle , Lucia Pozzato, Giorgio Crepaldi e Vanni Destro) contro ENI, accusata di contribuire al cambiamento climatico attraverso lo sfruttamento di combustibili fossili, non rispettando gli accordi di Parigi del 2015; imputati anche MEF e Cassa Depositi e Prestiti, in qualità di detentori della quota statale del capitale di ENI, sottoscrittori degli accordi di Parigi sulle emergenze climatiche mai rispettati.

La Corte d'Appello aveva dichiarato il tribunale di Roma incompetente a giudicare la causa, quindi le due organizzazioni, Greenpeace e ReCommon, avevano presentato ricorso alla Corte di Cassazione per impugnare tale decisione.

 

Scopo del ricorso in Cassazione era quindi di stabilire se in Italia fosse possibile intentare cause climatiche, possibilità contro la quale si era opposta ENI cercando di bloccare La Giusta Causa: la Cassazione doveva chiarire se fosse ammissibile agire legalmente contro aziende responsabili di danni ambientali legati al cambiamento climatico.

 

ENI contestava la legittimità dell'azione legale, sostenendo che il caso non rientrasse nella giurisdizione dei tribunali italiani, ma ha perso: la Cassazione, con la sentenza del 21 luglio, ha dato ragione a Greenpeace, a ReCommon e ai 12 cittadini italiani, aprendo la strada a future azioni legali contro altre aziende responsabili di danni ambientali legati al cambiamento climatico in Italia.

 

Per noi polesani ulteriore motivazione nell'associarci a "La Giusta Causa" sono i danni che già subisce il Polesine con clima instabile che varia improvvisamente tra bombe d'acqua, temperature torride, siccità, trombe d'aria, grandine, il cuneo salino arrivato oltre i 30 km dalla foce e l'ipotesi di nuove estrazioni di gas.

Davide ha nuovamente sconfitto Golia, un risultato storico per chi, anche in Polesine, crede sia possibile dare un futuro sostenibile al pianeta, battendosi anche sul territorio contro i pfas, gli impianti nocivi e la negazione alla partecipazione democratica.


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