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Sicurezza. SAP: Ognuno faccia la sua parte

ROVIGO •  I recenti fatti accaduti a Rovigo negli ultimi mesi – 3 accoltellamenti – e l’ultima barbara violenza sessuale susseguitasi alle violente percosse subite da una donna inerme e vulnerabile che dormiva all’interno della stazione ferroviaria di Rovigo ci impongono alcune riflessioni attinenti non solo alla “terapia” per “guarire” la nostra città ma anche per comprenderne le cause onde poter meglio approntare le soluzioni.

Tutti gli episodi sono accaduti in ambito urbano, alla presenza di testimoni oppure, come nel caso recentissimo della violenza cui è seguito lo stupro, nei locali interni alla stazione ferroviaria di Rovigo sotto l’occhio attento delle telecamere di sorveglianza che ne hanno documento la brutale efferatezza.

Le modalità descritte indicano chiaramente il senso di impunità che pervade chi compie atti così gravi, ben consapevoli di poter essere individuati – così com’è avvenuto in tutti i casi grazie alla pronta attività posta in essere dai nostri uffici investigativi – ma altrettanto certi che nella peggiore delle ipotesi saranno sottoposti ad una blanda misura cautelare (arresti domiciliari) ed avranno forse tra qualche anno una (incerta) condanna altrettanto contenuta e nel giro di pochissimi anni, anche grazie al sistema premiale del regolamento penitenziario, essere già fuori.

 

A fronte di una impunità così diffusa ed avvertita, cui sembra che il legislatore voglia porre timidamente (..troppo timidamente) rimedio, le soluzioni approntate appaiono insufficienti e tardive.

Tardivo, seppure necessario ed urgente, è il rinforzo e l’intensificazione dei servizi di controllo del territorio immediatamente predisposti con lo straordinario ausilio del personale dello specializzato Reparto Prevenzione Crimine Veneto che ha sede nella vicina Padova, che testimoniano tutta la fragilità dell’organico delle Forze di Polizia presenti in città, evidentemente insufficienti a causa di una scellerata programmazione voluta dai Governi che si sono succeduti dal 2014 ad oggi che hanno impedito il turn over del personale (…la nefasta legge Madia..e alcuni governi succedutisi nel passato...) a fronte di significativi e prevedibili pensionamenti che neppure gli straordinari concorsi per l’assunzione di giovani leve predisposti in questi ultimi anni riescono a rintuzzare. Nella sola provincia di Rovigo quest’anno andranno in pensione 20 colleghi ed il saldo con i nuovi arrivi al netto dei trasferimenti sarà ancora negativo. Il nostro Posto di Polizia alla stazione Ferroviaria è cronicamente sottorganico da tempo ed ad oggi è composto di sole 5 unità….

 

Certamente l’utilizzo di nuovi strumenti di controllo del territorio come l’istituzione di “zone rosse” così come previsto dai recenti decreti sulla sicurezza può rappresentare una soluzione emergenziale utile a mandare un segnale sia a chi delinque sia ai cittadini che hanno il diritto di vedersi garantita la sicurezza di poter circolare liberamente sia nella stazione ferroviaria di Rovigo e nelle sue adiacenze sia in città. Quindi ben venga l’istituzione di una “zona rossa” con un regolare presidio di Operatori delle Forze di Polizia all’uopo trasferiti od aggregati in città al fine di evitare l’utilizzo di Operatori in sede che sguarnirebbe il già precario sistema di sicurezza in essere e l’erogazione dei servizi ai cittadini.

 

Allo stesso tempo appare urgente dare corso ad un sistema integrato di sicurezza che vede, così com’è da tempo previsto dall’innovata legislazione, il prezioso contributo delle Polizie Locali che possono assicurare con la loro presenza armata e con dotazioni come il taser e le body cam anche nei quadranti notturni un valido contributo deterrente ed assicurare la percezione della presenza dello Stato. A quest’ultimo riguardo è tempo che il Comune di Rovigo appronti almeno il terzo turno degli Operatori di Polizia Locale.

Da ultimo, ma di fondamentale importanza, è l’intervento tempestivo degli Enti Locali – Amministrazioni Comunali per prime – finalizzato all’eliminazione del degrado urbano fatto di edifici fatiscenti, di sporcizia diffusa e di senso dell’abbandono presenti in alcune aree della città, come per esempio le zone adiacenti la stazione ferroviaria di Rovigo.

Evidentemente anche a Rovigo la “teoria della finestra rotta” può essere considerata, dati i fatti accaduti, un facile innesco utile a generare episodi di criminalità diffusa.

In questi anni il Sap ha ben fatto la sua parte segnalando tempestivamente già nel 2010-11 le prevedibili gravi carenze d’organico del nostro sistema di sicurezza, fortemente debilitato dal mancato turn over, dall’improvvida chiusura degli Istituti di Istruzione della P.S., dallo scellerato tentativo, poi fallito, di chiudere quasi 300 presidi di Polizia tra cui le Sezioni di Polizia Postale ed il Commissariato di Porto Tolle.

Non solo abbiamo fatto la nostra parte denunciando le carenze d’organico, ma anche proponendo soluzioni innovative come l’utilizzo del taser e l’impiego delle body cam nei servizi di Polizia che oggi, finalmente, sono diventati una dotazione ordinaria delle Forze di Polizia.

E’ tempo che anche tutti gli altri “attori”, compreso per primo il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica presieduto dal Prefetto, che dicono di aver a cuore la sicurezza dei cittadini facciano la loro parte.

Anche i cittadini: denunciando alla Forze dell’Ordine ogni episodio anti-sociale.


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