ROVIGO • A Rovigo giovani artisti e prime assolute, uno sguardo sul teatro del presente e del futuro
Dall’11 al 15 giugno torna il Festival Opera Prima a Rovigo.

La manifestazione, ideata dal Teatro del Lemming nel 1994, giunge alla ventunesima edizione e propone un calendario ricco di presenze internazionali e lavori inediti, presentati per la prima volta in Italia. In opposizione alle consuetudini odierne che tendono a uniformare le differenze, sostenendo unicamente ciò che è alla "moda" e omologando così sempre più l’offerta culturale, il Festival Opera Prima torna alla sua vocazione originale, ospitando e valorizzando la molteplicità delle tendenze e delle ricerche in atto nella giovane scena italiana e internazionale.
Afferma Massimo Munaro, coordinatore artistico di Opera Prima: “Abbiamo dato vita ad Opera Prima negli anni Novanta per sostenere tutto quel teatro che all’epoca veniva escluso dalla scena teatrale italiana e, da questo punto di vista, il Festival ha contribuito all’emersione di molti artisti da questa “invisibilità”. E’ evidente che esiste ancora oggi un substrato teatrale in fermento che fatica ad affiorare in superficie e ritengo che sia fondamentale per un Festival assumersi il rischio di ospitare l’inedito e dare sostegno al nuovo che emerge. Credo che sia proprio questo il vero significato di “rischio culturale”: il desiderio e la voglia di permettere l’incontro con ciò che è ignoto e non ci garantisce facili rassicurazioni. L’edizione di quest'anno vuole così offrire agli spettatori l'occasione di incontrare lo straniero, l’altro da noi, attraverso un linguaggio artistico innovativo, cercando di riportare al centro dell’esperienza teatrale la relazione tra umani. Lo scenario sociale e politico che ci circonda cerca sempre più di spingerci gli uni contro gli altri, di puntare il dito contro un nemico comune. Opera Prima vuole costituirsi invece come spazio di incontro tra spettatori e artisti di origini e provenienze diverse, dalla Palestina all’Iraq, dalla Russia agli Stati Uniti, passando per l’Italia, la Svezia, la Francia. Nella convinzione che il teatro possa essere il luogo in cui scoprire che l’estraneo, lo straniero, è sempre un nostro fratello”.
La quasi totalità delle proposte di Opera Prima quest’anno sono del tutto inedite e sono state selezionate attraverso un Bando che ha ricevuto ben 824 candidature provenienti da tutto il mondo.
Opera Prima XXI consentirà così al pubblico e agli studiosi di incontrare la coreografa argentina Amalia Salle con Avant que j’oublie-Prima che mi dimentichi, un lavoro sulla perdita di memoria, sull’Alzheimer, e sul passaggio delle generazioni; il gruppo iracheno-svedese I-Bodies con Freedom, at Last, una performance rituale ed enigmatica attorno al tema della morte; due giovani danzatrice americane Mignolo Dance con We’re too young to write a memoir, un lavoro di danza urbana che è anche un inno alla sorellanza; la compagnia ceco-palestinese Dafa Puppet Theatre con The Smooth Life, un lavoro, costruito con gli spettatori attorno a un tavolo, sull’esilio e gli affetti familiari; la danzatrice russa ma residente in Svezia Anna Ozerskaia con Part one, una performance, vi- a-vis con lo spettatore, su ciò che è imprevisto e sulla capacità di affrontarlo.
Saranno poi presenti alcuni giovani artisti e proposte inedite della scena nazionale, come Alot Teatro con VENI, uno spettacolo corale che ci riporta al rigore e al canto in una profonda dimensione rituale, Annalisa Limardi con NO e il duo Corsucci/Bernardi con Mine-Haha ovvero dell’educazione fisica delle fanciulle, entrambi lavori attorno all’abuso del femminile e alla parità di genere, Giulia Scotti con Quello che non c’è, che affronterà invece il tema della fragilità umana, Momec, con Dunque, siamo! un’istallazione per uno spettatore alla volta che è anche un inno a prendere parte e alla rivolta.
Saranno infine presenti due compagnie storiche della scena italiana: lo stesso Teatro del Lemming e i bolognesi Teatri di Vita, entrambi al debutto con lavori attorno al tema della guerra e del conflitto: il Lemming presenterà infatti in prima assoluta Attorno a Troia, a conclusione di un processo di lavoro durato tre anni, mentre Teatri di Vita, in anteprima, Sette bambine ebree - un’opera per Gaza su un testo della drammaturga inglese Caryl Churchill.
A concludere la programmazione, come ogni anno, sarà un concerto, che sarà affidato quest’anno a Francesca Guccione, compositrice e violinista nonché ricercatrice sulla vita e la produzione musicale di Jóhann Jóhannsson presso il Conservatorio Venezze di Rovigo. Anche questo concerto, The Geometry of time, che vede in scena la giovane musicista insieme a un quartetto d’archi, è qui proposto in Prima Nazionale.
Anche quest’anno, infine, sarà proposto un laboratorio critico dal titolo Che cavolo guardi?, un percorso di approfondimento dello sguardo condotto da Michele Pascarella, critico e studioso di teatro.
Il Festival Opera Prima XXI è organizzato dall'Ass. Festival Opera Prima, in collaborazione con il Teatro del Lemming e con il sostegno del MiC - Ministero della Cultura, del Comune di Rovigo - Assessorato alla Cultura e della Fondazione Cariparo.
Info: operaprimafestival@gmail.com / www.festivaloperaprima.it

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